Il bambino va a scuola by Guido Petter

Il bambino va a scuola by Guido Petter

autore:Guido Petter [Petter, Guido]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Psicologia, Farsi un'idea
editore: il Mulino
pubblicato: 2010-04-14T22:00:00+00:00


Le regole: natura e origine

La comprensione delle regole, della loro natura e della loro origine, è correlata con lo sviluppo intellettuale. Un bambino che prende parte a un gioco sociale ha, inizialmente, una conoscenza solo sommaria e superficiale delle regole, fondata sull’osservazione degli aspetti vistosi del comportamento dei compagni di gioco più grandi. Ciò è stato evidenziato per la prima volta da Piaget, con riferimento a un gioco con le biglie.

Le regole erano le seguenti: a) ogni giocatore poneva sul terreno, all’interno di un quadrato, alcune biglie (in numero uguale per tutti); b) ogni giocatore lanciava poi una biglia verso una «linea di tiro», per stabilire l’ordine con cui i giocatori dovevano tirare la loro biglia contro quelle collocate nel quadrato; c) il giocatore che giungeva più vicino alla «linea di tiro» tirava per primo contro le biglie nel quadrato; d) le biglie che un giocatore riusciva a buttare fuori dal quadrato diventavano sue.

Piaget chiedeva ai singoli bambini di spiegargli il gioco, per valutare la loro conoscenza delle regole; poi li osservava giocare; infine poneva loro delle domande relative alla natura e all’origine delle regole. Risultò che i bambini più piccoli davano una lettura della regola che si limitava ai suoi aspetti vistosi (per esempio: «prima di iniziare il gioco, si deve tirare una biglia verso la linea»; poi però ognuno si riprendeva la propria biglia e tirava al mucchio senza rispettare alcun ordine). Solo relativamente tardi (verso i sette-otto anni) i soggetti giungevano a comprendere la vera funzione di una regola, che è quella di porre tutti su un piano di parità, in modo che possa poi risultare evidente la diversa abilità dei giocatori. Risultò inoltre che i bambini più piccoli consideravano le regole come stabilite dagli adulti, e come immodificabili, mentre a partire dai sette-otto anni si faceva strada l’idea che esse potessero venire modificate, purché ci fosse l’accordo di tutti i giocatori, con un trasferimento della «potestà di legiferare» dall’adulto al gruppo dei coetanei.



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